venerdì 11 settembre 2009

L'orecchio matematico


Leggendo Fatti di Musica di Daniel Levitinmi sono affascinato della lettura e il tentativo di capire come si colga e nasca un arte nobile come la musica nella mente. Qualche mese fa è uscito pure un interesssante articolo suAmadeus sullo stesso argomento. Una sintesi anche se un pò stringata di tutto ciò, lascia dire solo wow.
Ogni nota del nostro sistema musicalerisulta alle nostre orecchie separata da intervalli regolari. Risalendo la distanza tra una nota e la successiva ci pare sempre la stessa. La frequenza di ogni nota nel nostro sistema è del 6% in più della precedente. Il nostro sistema uditivo è sensibile sia alle variazioni relative che proporzionali. Ogni tono è il 6% in più del precedente, aumentando un tono di questa quantità 12 volte perciò si raddoppia la frequenza originale (la proporzione esatta è radice dodicesima di due: 1,05946..). Il nostro cervello è poi in grado di calcolare anche in modo inconsapevole la tonica "registrando quante volte vengono suonate certe note e dove compaiono in quale ordine, rapporti.
Sin da piccoli abbiamo assorbito ascoltando passivamente la struttura delle scale, non è una coscienza innata, ma dipende dalla particolare cultura in cui si sono sviluppati i nostri circuiti neurali e sinapsi.
Sorprendente è pure il fatto che il pitch che percepiamo non è la reale unica vibrazione impartita dallo strumento alle molecole dell'aria, ma quella più bassala frequenza fondamentale, tutte le altre frequenze sono dette ipertoni, e se da un branoeliminiamo la fondamentale il nostro cervello la riprisina, dato che tutte le frequenze superiori aumentano del doppio, triplo e cosi via. In un brano in cui sono suonati la serie degli armonici 200Hz, 400Hz, 600Hz, 800Hz calcoliamo che non può essere 200Hz la fondamentale ma 100Hz. In un esperimento è stato osservato che la frequenza di scarica dei neuroni del collicolo inferiore in un barbagianni aveva la stessa velocità della fondamentale mancante, e collegando l'elettrodoa unamplificatoreveniveriprodotto in pratica il brano stesso ascoltato.

ora vi propongo un ascolto

giovedì 10 settembre 2009

Il contagio della felicità


La felicità non riesce a stare sola. Traspare dagli occhi, trasuda nelle mani, vibra nel corpo e alla fine come un virus scappa e si trasmette a chi si trova accanto. E c'è un gruppo di scienziati che ha provato a disegnare una mappa del "contagio", chiedendo a 5mila individui, per ben vent'anni di seguito, quanto si sentissero felici, facendo il riscontro con mogli, fratelli, amici e vicini di casa. A furia di unire puntini colorati (le persone, ognuna con il suo punteggio del buon umore) si è formato sul tavolo dei ricercatori americani un disegno che sembra quello di una mano innervata da vasi sanguigni. Ogni pulsazione della felicità parte da un punto e si trasmette come un fluido lungo tutto l'organismo.

Non tutto è rose e fiori, ovviamente. Anche il contagio segue le sue regole, e gli autori della ricerca "La diffusione della felicità in un'ampia rete sociale di individui", pubblicata oggi sul British Medical Journal, ne hanno individuate alcune. La legge del contagio, per iniziare, non sembra funzionare fra colleghi.

Il luogo di lavoro è come un cuscinetto che blocca il flusso di felicità da un individuo all'altro" spiegano James Fowler dell'università della California a San Diego e Nicolas Christakis dell'Harvard Medical School. I due (sociologo il primo, un medico specializzato nel rapporto fra umore e salute il secondo) sono gli autori di uno studio che ha scavato fra montagne di dati, interviste e fatti personali relativi a 5.124 persone negli Stati Uniti.

Nonostante il successo dei gruppi su Internet - è
la seconda regola del contagio - le emozioni positive non sono capaci di viaggiare né in rete né via telefono. Come un virus vero e proprio, la felicità per trasmettersi ha bisogno del contatto fisico. E questo ci riporta un po' più indietro nella nostra scala evolutiva, ai tempi in cui la tecnologia delle comunicazioni non aveva ancora messo le ali. "Molte delle nostre emozioni si trasmettono attraverso i segnali del corpo, e il viso ha un ruolo principe in questo", spiega Pio Ricci Bitti, che insegna psicologia all'università di Bologna e ha studiato la comunicazione dei sentimenti tra gli uomini.

"Il contagio dipende probabilmente dal meccanismo dell'empatia e dei neuroni specchio. Quando osserviamo una persona manifestare un sentimento, nel nostro cervello si attivano le stesse aree che sono "accese" in quel momento nel cervello dell'interlocutore".

Nell'ultimo decennio lo studio dei neuroni specchio - iniziato in Italia, a Parma, dal neuroscienziato Giacomo Rizzolatti - ha aiutato molto a spiegare come avviene la condivisione delle emozioni e come individui diversi possano entrare "in sintonia". I detrattori di questa teoria sostengono che il meccanismo dell'empatia (negli uomini come negli animali) scatti solo quando osserviamo un altro individuo muoversi. Ma se consideriamo i gesti che una persona compie con il viso e il resto del corpo quando è felice, non è difficile completare il salto dai movimenti del corpo alle emozioni della mente. "E non solo la gioia può trasmettersi in questo modo. Pensiamo alla commozione e al pianto, quanto rapidamente invadono un gruppo di persone riunite insieme"


E' un vecchio articolo apparso il 5 dicembre 2008 sulla Repubblica trovato ora per caso, e mi fa pensare anche oltre che alla dinamicha di una società in cui tutti i giorni anche senza accorgercene interagiamo e scambiamosegni con tutti quelli che ci circondano che costituiscono il nostro spazio psicologico che è quello che elaboriamo, che ci colpisce, non solo quello fisico materiale. Tutto influisce poi nel nostro umore e nel nostrocomportamento e questo può contagiare altri e poi noi stessi non rimaniamo subito dopo allo stesso modo di un secondo fa. Forse le dinamiche delle masse in contesti ristretti come uno stadio o un concerto riflettono questo nel comportamento, tanti concentrati lì con il medesimo interesse osservano lo spettacolo. E' un pò quello che risalta da "risposta a un amico" Secondo- mi viene anche da pensarea quanto è importante per il reale benessere la qualità dell'ambiente che si riflette in una salute sia fisica (pensando all'imquinamento ad es.) che psicologica (pensando al traffico e lo stress che ne consegue, sullo stesso es.). Anche questo e forse soprattutto è misura della ricchezza di uno stato anche se non direttamente palpabile con le mani (ma con la mente si) parafrasando è un po quello che ha messo in teoria Amarthya Sen, con un nuovo modello economico che gli è valso il nobel.

Indignazione II

Nela puntata di settembre di "presa diretta", Iacona ha mostrato le sofferenze i sacrifici di chi cerca di fuggire dalla miseria passando dalla libia. Pagano mazzette ai poliziotti corrotti che poi sono gli stessi magari che li arrestano e li torturano. Grazie ai bei accordi e molto funzionali tra gheddafi e berlusconi con la nuova politica del respingimento sono incarcerati in un paese che adotta torture, calzini riempiti di sassi,elettrodi..disumano e per cosa poi?) e rifiuta ovviamente controlli del'onu, con cui non ha voluto sottoscrivere accordi.
Quello che poi indigna è oltre alle responsabilità politiche le affermazioni deliranti di Marcello Ricci che su la padania minimizza i fatti affermando che si tratta di video strumentali strappa lacrime, che in fondopensano che seppure la clandestinità è rato si riacquistapresto la libertà e in carcere si sta bene tutto sommato (un bell'articolo appena comparso su avvenire afferma appunto che in un anno i suicidi in carcere sono stati 45, tra cuiuno lasciato morire per sciopero della fame).
Nel delirium creato di paure, pretesti e leggi l'ambasciata italiana in Sri Lanka ha negato il visto a Thusitha Laknath, il protagonista di Ahasin Wetei di Vimukthi Jayasundara, il primo film cingalese entrato in concorso alla Mostra di Venezia. Ovviamente per paura che scappasse divenendo immigrato clandestino.

Indignazione I

Il decreto abracadabra

Quali le menzogne e dove l'inganno? I soldi veri, il cash disponibile che Tremonti rende immediatamente spendibile si aggira sul miliardo di euro. Tolte le spese per l'emergenza, restano 700 milioni di euro destinati alla costruzione delle casette temporanee. E qui il primo punto: 400 milioni saranno spesi per edificarle nel 2009 e 300 milioni nel 2010. Se ne dovrebbe dedurre che la totalità delle case provvisorie sarebbero, è bene riusare il condizionale, realizzate totalmente entro l'anno prossimo. Dunque qualcuno avrebbe un tetto a settembre, qualcuno a ottobre, qualche altro a gennaio, o nella primavera che verrà. E' così? E' il dubbio, maledetto, che affligge e turba.

Secondo punto: le casette sono sì temporanee ma il decreto le definisce "a durevole utilizzazione". Durevole. Moduli abitativi condominiali, magari lindi e comodi, a due o tre piani. In legno. Ecocompatibili, risparmiosi, caldi. Perfetti. Possono durare decenni.
E dunque: sarebbero provvisori ma purtroppo paiono proprio definitivi. E, questa è una certezza, sono le uniche costruzioni ad avere pronta una linea di finanziamento. Piccole e sparse new town. New town aveva detto Berlusconi, no? E le case vere? Quelle di pietra?

Qui la seconda questione campale: sembra, a scorrere gli allegati al decreto, che Berlusconi non possa concedere più di 150 mila euro per la ricostruzione dell'abitazione principale. E per di più questi soldi sarebbero veri fino a un certo punto, perciò la definizione di decreto abracadabra. 50 mila euro li concederebbe - cash - il governo; 50 mila li tramuterebbe in credito di imposta (anticipata dalla famiglia terremotata e ammortizzata in un arco temporale di 22 anni); altri cinquantamila sarebbero coperti con un mutuo a tasso agevolato a carico però del destinatario del contributo.

Non si sa bene ancora se sarà così strutturato il fondo. Le norme del decreto possono subire fino al prossimo giovedì emendamenti e correzioni. Quel che comunque sembra chiaro è che la somma ipotizzata (150 mila euro) ammesso che venga confermata, sarà sufficiente per una casa di tipo popolare e di nuova costruzione, ma totalmente sottodimensionata per finanziare i lavori di recupero e restauro conservativo. Nel centro storico dell'Aquila ci sono 800 edifici pubblici e 320 edifici privati, sottoposti a vincoli per il loro pregio. (...)
L'Aquila va costruita dov'era e com'era. Così non sarà: a leggere il decreto i tempi sono dilatati fino al 2033, una data ridicola".

(da la Repubblica)

Tutto questo mi fa pensare che tutto sia sempre fatto per demagogia, per poter così dire che quello che si doveva fare si è fatto e pure tempestivamente, siamo stati bravi.. mentre gli interessati sono sempre con il culo a terra. Tanto basta smentire pubblicamente le malelingue.
Quando è scoppiato lo scandalo su Berlusconi nessuno si è veramente interessato e indignato di tutto quello che è avvenuto al più ci si è fatto finta di farlo per essere a posto, non credo che in molti abbiano letto le intercettazioni della Crfagna su El Pais o visto le foto dell' erezione di Topolànek a villa Certosa, è bastato che dicesse che si trattava di calunnie senza interesse mentre tutto il mondo ci ha deriso (colpa dei comunisti ovviamente, come ai tempi di Mc Carthy )

martedì 8 settembre 2009

Nel caso qualcuno stesse cercando come ho fatto io alcuni esercizi di genetica, posto un paio di link utili cheho trovato :

http://www.far.unito.it/didamedica/b/modulo5bes.htm

http://medgen.genetics.utah.edu/

Mi sono reso conto poi che il forum studenti è veramente utile per cercare anche solo quei piccoli dettagli o incertezze prima degli esami si possono rintracciare agevolmente anche per materia le informazioni come in un vero e proprio archivio. Stavo giusto oraguardando questa pagina
http://forum.studenti.it/biologia/645259-esercizi-genetica-preparazione-esame.html
e poi c'è molta parrtecipazione.

giovedì 13 agosto 2009

Come vedere DivX, foto e MP3 nel TomTom


Ho trovato come espandere le funzioni di normale un GPS, cosa piuttosto interessante ed utile, bastano pochi passaggi e non dovrebbe dare nessun tipo di problemi. Ancora non ho avuto modo di provare maq lo farò a breve, stando a quello che ho letto è anche abbastanza veloce.
In tutti i TomTom è installato un sistema operativo basato su Linux per gestire le funzioni di GPS, questo permette di installare applicazioni aggiuntive, può essere sfruttato per ascoltare musica in MP3, vedere foto o video, film in DivX ad esempio.
Per fare questo è sufficiente infatti installare un programma come TomPlayer (il software è open source). Si possono cosi vedere pure slideshow di foto sfruttando lo schermo così.
Schematizzo i passaggi che ho letto:

1- Per installare TomPlayer serve il file tomplayer.zip dalla sezione Mobile di Win cd/dvd-rom
(in caso altrimenti da WWW.tomplayer.net con una versione più aggiornata.)
A questo punto va estratto il file in una cartella dell’hard disk

2- Si può utilizzare una scheda di memoria esterna supportata dal GPS per salvare dal computer per salvare nella SD i file e cartelle contenuti nella cartella distrib presente nella directory in cui è stato estratto Tomplayer.

3- Inserire la SD a questo punto nel TomTom e non resta che accenderlo, il software multimediale si avvierà automaticamente.

4- Per riutilizzare il navigatore come GPS basta uscire da TomPlayer, rimuovere la SD e riavviarlo.

martedì 11 agosto 2009

Ogni commento è superfluo lascio solo la citazione, già accennata nel precedente post:



"Un viaggio in Biafra si accompagna a una mai sperimentata condizione dell'animo che assomiglia all'angoscia ma la supera: essa nasce dal conflitto tra l'orrore e il dubbio. Ma come l'orrore appartiene alla sfera dei sentimenti quasi irrazionali e il dubbio invece alle quasi fredde operazioni della ragione, così si può dire che il conflitto si fa più che angoscioso, buio ed esistenziale, e si riduce ai due elementi primi, ragione e sentimento, su cui si fonda la natura stessa dell'uomo.

L'orrore in Biafra si prova fin dal primo giorno, quando si passa da un campo di profughi all'altro, quasi senza accorgersene, e la mente pare dissolversi nella pura registrazione dei fenomeni.

È un sentimento composito, vorticoso e poliforme: innanzitutto orrore visivo, immediato, diretto, elementare e, vorrei aggiungere, animale. Tale è la violenza di ciò che si vede, infatti, che l'uomo cessa per un istante di essere tale, con le caratteristiche che gli sono proprie, di oggettivazio-ne, discernimento e giudizio, e compie per così dire un balzo all'indietro, nei millenni, fino alle sue lontane e basse origini. Poi quando, a poco a poco, la nebbia che avvolge la mente si dirada, quel primo orrore diventa orrore umano: anch' esso diretto, ma già un poco mediato, da esperienze, ricordi, dati personali, insomma da quei molti filtri che formano il carattere individuale. Poi orrore storico, il più mediato e forse il più doloroso di tutti in quanto in esso siamo costretti a riconoscere il fallimento, l'involuzione e forse l'inesistenza stessa di quelle aspirazioni, così tese alla imitazione quando non all'identificazione col divino, che abbiamo creduto accompagnare, o addirittura creare, le diverse successive culture e la storia dell'uomo. E infine orrore un'altra volta immediato e diretto, non più fisico, ma metafisico, che sorge dalla nostra individuale certezza dell'esistenza del male sulla terra. A queste molte forme di orrore corrispondono in uguale misura e con uguale forza altrettante forme di dubbio. Allora la ragione agisce e si pone quei quesiti che appunto si pone la storia.

Di chi è la colpa? Perché si è prodotto tutto ciò? Che cosa si nasconde dietro tanta esibizione di morte? Quali gli strumenti e le forze capaci di arrestarla? E quali infine le responsabilità non soltanto politiche e collettive, ma individuali, personali, che coinvolgono ognuno di noi in questa tragedia?
E naturale che, essendo soli con se stessi e testimoni di un dolore così vasto, le risposte a tali quesiti e i dubbi che ne risorgono siano soltanto personali. Perciò, a questo punto, dirò quali sono stati i miei dubbi, non i dubbi, i miei sospetti e non i sospetti, le mie emozioni ma non le conclusioni.


Il mio dubbio principale nasce da una breve riflessione sui confini dell'Africa nera. Quei confini artificiali, tracciati sulla carta dal colonialismo europeo e non da stati sovrani indigeni, indipendenti e precedentemente esistenti, entro i quali quello stesso colonialismo ha agito da padrone, creando un solo e disumano rapporto di sfruttamento e schiavitù, possono essere considerati reali? Reali, cioè coincidenti con una reale unità interna di quei paesi che li rappresentano, unità etnica, religiosa, culturale, linguistica? Mi sono risposto: no, non possono essere considerati reali perché in Africa nera non convivono ma lottano all'interno di essa molte pseudo-unità geografiche, centinaia e centinaia di gruppi etnici diversi, depositari di culture e religioni che si perdono nella preistoria, tribù che parlano lingue incomprensibili una all'altra e il cui unico e solo mezzo di comunicazione è la lingua del colono. E tuttavia si può dire che l'Africa nera, pur così suddivisa e disunita, possiede oggi come continente una unità storica che nessun altro continente al mondo ha mai avuto la tragedia e al tempo stesso la gloria di possedere: questa unità, questa storia sono il comune dolore della schiavitù.
Ma se la libertà, ottenuta lottando con la forza che scaturisce proprio dal comune dolore e dalla comune schiavitù, non coincide, nella sua prassi reale, nella sua geografia, nella sua politica, con le convenzioni artificiali stabilite dal colonialismo che i paesi di nuova indipendenza africana hanno adottato, che valore assumono nella storia proprio quel dolore e quella lotta? D'altro canto come permettere che l'Africa nera, una volta ottenuta la libertà, si frantumi in un caos di neocolonialismi militaristici e locali, quasi sempre manovrati dall'esterno, ancora una volta dalla stessa Europa, governati da una borghesia minoritaria, più sfruttatrice e cinica dei vecchi padroni?
Questi dubbi, questi interrogativi-iterativi valgono per il Biafra. Ma se ne aggiungono altri, contingenti.


Il capo del Biafra, colonnello Ojukwu, figura sombre, come è stato definito, non chiara e melensa, è veramente innocente e vittima egli stesso della durezza nigeriana come i seimila bambini che muoiono ogni giorno o ne è, a sua volta, cinicamente corresponsabile? Fino a che punto è lecita l'intransigenza totalitaria, su tutti i punti, quando la morte ha raggiunto simili proporzioni? Fino a che punto la secessione del Biafra è spontanea, e cosciente e popolare, nata dal moto centripeto e autodifensivo di un popolo e fino a che punto è lecito sospettare che in questa secessione, in questo piccolo paese la cui geografia coincide con le regioni più ricche di petrolio di tutta la Nigeria, si innestino interessi privati, locali e stranieri? E ancora: come non sospettare con maggior forza di prove che interessi di potere politico camuffati di paternalismo o di ideologia, ma delittuosi, agiscano dietro l'intransigenza del governo federale della Nigeria? Perché quel governo, infinitamente più forte di uomini e di armi non mostra una volta soltanto la sua buona fede e non permette il passaggio, per la via più breve e naturale, il fiume Niger, di quantità massicce, urgentissime e forse risolutive di viveri e medicinali? Perché spara sugli aerei della Caritas Internationalis, gli unici fino a questo momento che abbiano sfidato regole e convenzioni internazionali, i soli che portino soccorsi in Biafra? Questi e altri sono gli interrogativi che mi sono posto, isolatamente annaspando tra il sentimento dell'orrore e la ragione del dubbio. "

lunedì 10 agosto 2009

Sporche storie di guerra

Non ho ancora finito di leggere Guerre Politiche, ma già lo trovo un libro intenso, per la notizia nella sua dinamicità e interesse e la riflessione più profonda e meditatache dovrebbe seguire ad ogni esperienza. Si tratta di una raccolta di reportage di Goffredo Parise, giornalista dell'espresso e poi del corriere della sera, sul Vietnam, Biafra, Laos e Cile. E' stato il primo italiano ad essere andato in Biafra, anche se poi non è stato subito ben accetto per i suoi reportage. Riporto alcuni passi che mi hanno colpito, non so se decontestualizzati abbianolo stesso valore, ma credo ne valga la pena. In poche parole per quanto riguarda il Biafra, si tratta di uno stato sorto e scomparso nell' arco di un anno. Era una regione secessionista centrale della Nigeria, la più ricca di petrolio guarda caso. La secessione fu guidata da Ojukwu, ufficiale di carriera nell'esercito nigeriano, di una delle famifglie più ricche del paese. C'è anche da dire che le due divisioni interne rispecchiavano quella antecedente tra Ibo (i Biafriani) e Hausa, due etnie già in contrasto, probabile coseguenza dei confini artificiosi del colonialismo e di una storia obbligata dall'esterno che non ha mai permesso di superare la miriade di frammentazioni interne al continenete. Comunque si sa che all'origine della secessione cerano gli interesi di potere di Ojukwu, le concessioni sull'estrazione del greggio promesse a potenze straniere. Le vittime così finiscono per essere i civili ignari e impotenti, massacrati dal fronte nigeriano, mentre i rifornimenti di viveri degli aiuti internazionali che passavano tramite questo venivano avvelenati. Poi per Ojukwu la principale risorsa per ottenere risonanza internazionale e far fronte alla sua mancnza di mezzi fu una nuova arma, sconvolgente, lamorte di 6000 biafriani algiorno, di modo da ottenere la risonanza della notizia e l'intervento pronto dell'opinione pubblica. Quelo che rimane speso è l'associazione istintiva e magari inconsapevole: Biafra-fame, ma intanto Ojukwu se ne sta rifugiato con la sua cadillac da qualche parte.
La riflessione è un pò lunga per questo post, la pubblicherò in uno aparte.

sabato 8 agosto 2009

Pane alla birra


Ho provato la settimana scorsa una ricetta intrigante per il pane fatto a mano, decisamente più soddisfacente che usando un robot impastatore come avevo fatto fin ora, anche se costa più tempo. La ricetta è per il "Pane alla birra", la scrivo per chi fosse itnteressato a provare:
Sciogliere 50 g. di lievito in un pò d'acqua tiepida e aggiungere qualche cucchiaio di farina (in tutto dovrete disporne di 500 g. ), mescolare e lasciare riposare per circa 20 minuti. Amalgamare alla pastella: 50 g. di miele, 3,3 dl. di birra chiara, 1 cucchiaio di sale, 1 o 2 cucchiai di olio extravergine di oliva. Lasciare lievitare per 1 ora e mezzo coperta da un panno umido, rimpastare dando la forma, mettere in una teglia unta e unfornare per un' ora a 200°.
Sta a voi ovviamente la scelta degli ingredienti, come il tipo di latte e birra che preferite.
Un consiglio che non si trova da tutter le parti ma importante per non fare indurire troppo la crosta, mettere un bicchiere con dell'acqua nel forno per rendere l'ambiente umido.
Occhio all'impasto che è il passaggio più importante, tramite questo si libera il glutine della farina che conferirà elasticità con la distribuzione dell'acqua e l'inglobamento d'ossigeno, deve essere moderata e cadenzata apposta da consentirgli di dispordsi in modo ordinato parallelamente.
Ma la mia delizia è il pane alla zucca, spero ora in un buon risultato per questo.

domenica 2 agosto 2009

Metodo Bianchi: un didatta a tutto tondo

Giordano Bianchi è stato un insegnante, musicista e musicoterapeuta, che si è battuto nell’ambito dell’educazione musicale sostenendo la necessità del suo apprendimento naturale.
Sosteneva infondo:
“Da cosa nascono le filastrocche per bambini se non dalla consapevolezza che il suono, l’intonazione e il ritmo, come nei cantilenanti e nelle frasi parlate, sono già da considerarsi improvvisazioni musicali istintive”.
Alla base dell’educazione musicale c’è l’espressione verbale e scritta.
Nella sua visione solo successivamente si può passare all’uso di uno strumento senza abbandonare l’intonazione vocale. Ma non si tratta solo di apprendere una conoscenza musicale seppure si parte da questo ambito.
La spontaneità accresce ogni capacità percettiva e diventando creatività consapevole, sviluppa soprattutto l’intelligenza e la personalità. E’ noto come faceva notare che l’educazione musicale possa tramutarsi in terapia e dare beneficio pure a disabili.
Nel 1977 con psicoterapeuti e insegnanti quali Nello Vigogna, Mario Groppo, che sostenevano le sue assolutamente nuove idee, diede vita Cemb (centro educazione musicale di base). L’attività del centro era finalizzata a far emergere le doti naturali dei bambini attraverso il gioco suscitando l’interesse sviluppando le capacità sin da piccoli, su questo poggiava il metodo Bianchi appunto.
Nel 2005 la struttura però chiude i battenti per problemi finanziari ed amministrativi, ma per fortuna pare che riaprirà seppure in altra sede e in tempi da definire ancora ma impedendo la scomparsa di una risorsa culturale. Mentre nelle scuole medie l’insegnamento è ancora fossilizzato su qualche inutile nozione con il flauto dolce, e la cosa più triste forse è che pure gli insegnanti ne sono consapevoli ma si devono attenere ai “piani ministeriali” naturalmente.

mercoledì 29 luglio 2009

caricare video da youtube nei post


Qualche tempo fa qualcuno mi aveva chiesto come fare a caricare i video da you tube perchè non riusciva secondo le istruzioni del post.
No problem! basta cercare il codice da incorporare che normalmente è in alto a sinistra copiarlo e incollarlo direttamente nel post, selezionando prima l'opzione "modifica html", non con "Scrivi" almeno così è su blogger. Non va incollato andando sull'icona "aggiungi video" andando alla voce "sfoglia", perchè da lì puoi caricare solo video già salvati nel tuo computer.

domenica 26 luglio 2009

Burocrazie d'ufficio

Oggi sarò polemico, ma mi chiedo a cosa serva ancora consegnare il libretto per avere la firma di frequenza?! mi sembrea assurdo: forse per fare viaggi con un caldo allucinante e perdere tempo, per poi scoprire che non è quello l'orario giusto per quell' ufficio e allora ti tocca fare lo scocciatore di turno.
Ho buttato una giornata per questo la settimana scorsa pensando che avrei preso fuoco per auto-combustione in treno perchè ovviamente l'aria condizionata non funzionava (ma questo è un altro problema)
Il fatto è che in fondo loro hanno già registrate le nostre presenze in segreteria penso, e non basterebbe metterlo online in modo che risulti automaticamente con l'elenco degli inscritti ad un esame?!

sabato 25 luglio 2009

Aleatorietà

Quel che ho capito dagli esami è che il valore di un voto è quasi pari a 0, anche se ce gente troppo attaccata ad un numero (che ci spacciano come se ognuno fosse sovrapponibile agli altri e poterci mettere in fila e giudicare, ma non è così semplice la meritocrazia. Nel fare questo si taglia ognifilo invisibile dietro ad ogni voto che è la storia di ciascuno che ci sta dietro.)
In fondo ogni esame è un caso particolare per ognuno, e questo si sa: la domanda che ti fa il prof, come gli girano in quel momento, il tuo stato di ansia, quale prof ti tocca...etc

Ma vedere come è sbilanciata poi così spesso, bè dicono che alla lunga per la legge delle probabilità dovrebbero ottenere quello che hannoseminato..mah non credo che cisia una corrispondenza biunivoca necessaria comunque, forse è troppo presto per vederlo.

Per ora da quello che ho visto ho capito pure checi sono "tipi da esame" e "tipi non da esame", analogamente a come ci sono quelli "da spiaggia", perchè ho visto gente fare poco e prendere voti assurdi ed altri portarsi la solita sfigaccia nera dietro. La sorte è ingiusta per definizione perchè non c'è razionalità dietro, e quindi giustizia, ma la realtà ce la possiamo comunque costruire e cercare di determinare con la volontà, un pò come le considerazioni che Vico fa ne la Scienza Nuova, questa è la rivoluzione dell'uomo, la capacità di creare la storia , quindi gli eventi.

Le leggi, l'organizzazione della società sono in fondo un modo per sottrarci al caso, in un'organizzazione libera e più complessa derivata dal nostro pensiero, in un sistema interno al mondo umano, quello dellle finalità, perchè all'esterno del nostro giudizio forse è solo tutto fenomeno oggettivo, la grandezza per noi è poterci costruire un mondo attribuendo significato e valore alle cose, da qui deriva poi la morale.

Non so perchè sto scrivendo tutte queste cose esattamente ma mi è uscito quasi di impeto dopo aver letto il post Noia, specie per le considerazioni sulla politica e la scuola di cui condivido appieno tutto.
Mi pare tutto a volte, a partire dal piccolo dell' ateneo una lotta titanica della vita, noi nel nostro piccolo a sfidare e combattere la sorte malvagia, come una lotta dell' uomo contro l'entropia dissolvitrice (e mitorna in mente quella "palta" putridume di rifiuti che si riforma, di un racconto di Philip Kindred Dick), ma in queste sfide colossali io non mi arrendo, come per ogni cosa finche si lotta si da senso a noi e alle cose per cui ci battiamo.

Come organizzare un TOGA PARTY

Bè sicuramente è stato il miglior modo di festeggiare i miei vent'anni, ma si può estendere ad ogni occasione..e soprattutto ogni pretesto è buono, e la goliardia èassicurata!

Cosa occorre:


1) Gente pronta a festeggiare, anche se non si sa cosa

2) La Toga ovviamente per ognuno ( a chi non la vuole mettere uno sparticulo dovrebbe essere d'obbligo), un lenzuolo bianco va più che bene, passi la tovaglia a quadretti...ma basta non ci siano i fiorellini; un pò di serietà!

3) Vino concio o da supermercato che sia

4) Le corone d'alloro

Ma non vi sto vendendo unkit fai da te, quelo che conta è lo spirito con cui vivere una serata in compagnia, e il miglior modo di capirlo è questo video tratto da Animal House, grande film! E' questo che mi ha ispirato ai tempi del liceo.


venerdì 24 luglio 2009

Una scuola di vita

Questa estate non riuscirò sicuramente a tornare ormai i Albania, ci sono stato le ultime due estati con un progetto di sviluppo, a Berat.
Come ogni esperienza, sicuramente mi ha arricchito, ho conosciuto luoghi e bei paesaggi, oltre a periferie degradate, e persone che voglio salutare con questo post anche se non lo leggeranno, quello che più conta è che si è trattato di relazioni personali, vere, e non un conoscere mediato contaminato di giudizi e /o luoghi comuni.
Quello che ho visto è che certamente c'è ancora molto da fare, il concetto di ecologia non è minimamente contemplato, ma prima di questo magari ci sono problemi anche più immediati come la mafia, e l'istruzione. Ma l'impressione che lascia rivisitandola a distanza di un anno è l' ingente sforzo di migliorare, la ricerca del benessere occidentale (la cosa che più mi ha stupito la prima volta è l'uso ossessivo del cellulare come simulacro di tecnologia e benessere) dall' attrazione di capitali e la crescita del pil annua lo dimostra.


In fondo la cosa più giusta per paesi intrecciati come i nostri per sfondi storici e politiche economiche di sviluppo e di controllo dell' immigrazione, è delineare un percorso comune di solidarietà. Quello che mi spaventa sono le false politiche di lotta all' immigrazione fatte di allarmismi e populismi elettorali (vedi pacchetto sicurezza).


Mentre quello che questo progetto si proponeva concretamente di fare era di valorizzare il posto, permettere lo sviluppo, senza dover indurre nel miraggio del benessere dell' Europa.


Ogni progetto alla fine deve realizzarsi tramite le persone, ed una più intima relazione capillare tra queste certamente quando possibile la strategia migliore ed umana.

Vacanze

Stamani sono proprio di buon umore...
Finalmente le tanto agognate vacanze sono arrivate! Ricambio a tutti i blogger gli auguri di miglior riposo e relax.



Ora sole e mare per tutti, spero, ma auguro una buona estate anche a chi non può partire.
BUONA ESTATE!

Map of social network


Ho trovato una mappa interessante sui social network che volevo riportare:

- Facebook ha quasi colonizzato l’Europa e si appresta ad estendersi ovunque, nel tentativo di spodestare i social network locali
- QQ, domina in Cina e con i suoi 300 milioni di utenti è il più grande social network del pianeta
- MySpace ha perso la sua leadership ovunque (eccetto nell’isola di Guam)
- V Kontakte la fa da padrone nei territori della Russia
- Orkut rimane forte in India e Brasile
- Hi5 resiste in Peru, Colombia, Ecuador e in altre nazioni come il Portogallo, la Mongolia e la Romania
- Odnoklassniki sopravvive in alcune repubbliche dell’ex Unione Sovietica
- Maktoob rimane la più importante community araba

giovedì 23 luglio 2009

Face Book e la Privacy


Ho resistito a baluardo ancora contro Faccialibro, non è che ne volessi fare una questione di principio, o forse l' ho fatto, ma non provavo particolare interesse o anzi ero convinto che avrebbe finito per farmi perderci più tempo che altro.
Non mi piaceva l’idea di farlo secondo la “corrente“ del momento, ma un utilità sicuramente c’e l’ ha, e non morde.
Forse è il fatto che sia la moda del momento e proprio perché tutti lo usino, per contattare tutti diventa quasi d’obbligo e in effetti a volte ho rimpianto di non averlo fatto bruciando soldi al telefono per organizzare una maledetta cena di classe. Quel che ho capito è che in fondo non si tratta di un oggetto ma di un mezzo e sta a noi gestirlo bene o male, e solo al primo può attenere il conformismo. Questa è la distinzione più importante che va fatta forse, perché un oggetto che non può cambiare già determinato per le sue funzioni può essere utile o solo un giocattolo, ma in uno strumento del genere le potenzialità le scriviamo noi con il nostro contributo, nell’uso di per sé non ha valore.
E’ poi vero che in fondo non costa nulla fare un account e provare, anche se su FB il problema riguarda anche su come giochi sporco in proposito della privacy e nel trattamento dei contenuti quindi. Quello che più da fastidio seppure irragionevolmente forse è il fatto che quando un servizio si sviluppa finisce per diventare un big nel suo settore, e l’idea del monopolio da sempre fastidio, anche se siamo noi a renderlo tale e se è ben fatto e se risponde a dei bisogni è lecito che lo diventi forse. In ogni caso non è che sia l’unico, si può comunque scegliere, e in effetti pure nel campo dei social network si trovano piattaforme open source.
C’è anche da dire che dopo il 4 febbraio il retro-front di FB a seguito delle innumerevoli proteste degli utenti deve far pensare in positivo sul potere dei consumatori di far valere i propri diritti, se c’è qualcosa di storto possiamo sempre fare qualcosa con una partecipazione attiva.
Al più se non mi andrà a genio entrerò nel gruppo di chi si è inscritto a FB e se ne è pentito.

Così Facebook aveva modificato le condizionni sull'utilizzo dei dati personali

Il 4 febbraio Facebook cambiano le condizioni:
alla chiusura dell’ account non cessa più ogni suo diritto sui materiali pubblicati sul network, per garantire il funzionamento del network (dice).
Così si attribuisce la proprietà dei contenuti:

You hereby grant Facebook an irrevocable, perpetual, non-exclusive, transferable, fully paid, worldwide license (with the right to sublicense) to (a) use, copy, publish, stream, store, retain, publicly perform or display, transmit, scan, reformat, modify, edit, frame, translate, excerpt, adapt, create derivative works and distribute (through multiple tiers), any User Content you (i) Post on or in connection with the Facebook Service or the promotion thereof subject only to your privacy settings or (ii) enable a user to Post, including by offering a Share Link on your website and (b) to use your name, likeness and image for any purpose, including commercial or advertising, each of (a) and (b) on or in connection with the Facebook Service or the promotion thereof.”

In seguito viene eliminatoil seguente paragrafo:

You may remove your User Content from the Site at any time. If you choose to
remove your User Content, the license granted above will automatically expire,
however you acknowledge that the Company may retain archived copies of your User
Content.

Facebook poteva tenerne una copia, seppure cancellavi il tuo indirizzo, ma senza specificare altro!

E’ stata aggiunto questo paragrafo:

"The following sections will survive any termination of your use of
the Facebook Service: Prohibited Conduct, User Content, Your Privacy Practices,
Gift Credits, Ownership; Proprietary Rights, Licenses, Submissions, User
Disputes; Complaints, Indemnity, General Disclaimers, Limitation on Liability,
Termination and Changes to the Facebook Service, Arbitration, Governing Law;
Venue and Jurisdiction and Other".


Viene dichiarata ora la loroproprietà sui contenuti, forse sebra una sottigliezza ma quali possono esere le ripercussioni?
Da questa decisione sono partite le proteste di tutti gli utenti che ha permesso il dietrofront da parte di FB, con la risposta data da ufficialmente da Mark Zuckerberg e Industri standard

"We are not claiming and have never claimed ownership of material that users upload. The new Terms were clarified to be more consistent with the behavior of the site. That is, if you send a message to another user (or post to their wall, etc…), that content might not be removed by Facebook if you delete your account (but can be deleted by your friend). Furthermore, it is important to note that this license is made subject to the user’s privacy settings. So any limitations that a user puts on display of the relevant content (e.g. To specific friends) are respected by Facebook. Also, the license only allows us to use the info “in connection with the Facebook Service or the promotion thereof.” Users generally expect and understand this behavior as it has been a common practice for web services since the advent of webmail. For example, if you send a message to a friend on a webmail service, that service will not delete that message from your friend’s inbox if you delete your account. "

mercoledì 22 luglio 2009

Facebook gioca sporco..e si sapeva

Con175 milioni di accounts attivi e in continua espansione, aumentano i materiali d’archivio: foto, post.. ma le regole sull’uso dei contenuti e la garanzia alla privacy dovrebbero essere chiari fin da principio, quando uno accetta consapevolmente i termini del “contratto”. Siamo sicuri che poi tutto ciò serva solo al suo funzionamento?! Gli utenti e il materiale da loro postato potrebbe diventare un materiale di scambio e di marketing come per i supermercati lo è l’informazione su ciò che acquistano i consumatori. Certo si tratta comunque di un social network e per definizione ci si dovrebbe pensare prima di pubblicare al fatto che i contenuti siano potenzialmente accessibili a tutti, e regolarsi di conseguenza. Forse è scontato ma è pure riportato anche nella della guida 'Social network: attenzione agli effetti collaterali' del Garante dei dati personali riguardo al problema tra nuove tecnologie di comunicazione e privacy. Non è comunque corretto che ci si debba aspettare chissà cosa, e che questi si possano ritorcere contro chissà quando, anche se magari possono essere allarmismi inutili.
Le questioni attengono sia alla privacy, al diritto d’autore, al copyright, al carattere sociale della rete.
Va quindi messa molta attenzione su quello che si vuole pubblicare su Facebook o su qualsiasi altro social network.

Ancora tre considerazioni

Forse ormai mi ripeto ma tra quello che volevo dire e le informazioni che ho trovato erano molte e le ho divise in tre post, perchè per alcune credo valga la pena sprecare un pò dispazio.
Cito a propositotre tre considerazioni molto appropriate trovate su: Link

1) Siamo diventati pazzi. Le idee non sono le cose, le idee hanno maggior valore delle cose.


2) La proprietà intellettuale trattando le idee come le cose dà a queste un proprietario e la possibilità di essere commerciate, ma le idee sono idee e per questo possono essere copiate, modificate e migliorate.


3) Questo processo ci ha permesso di modificare il nostro mondo e costruire cose diverse. Se le nostre idee di proprietà intellettuale sono sbagliate, dobbiamo cambiarle, migliorarle a farle tornare al loro scopo originale."

Forse è il caso di riflettere sul senso della proprietà su cosa vuol dire che qualcosa è mio e perchè lo è?
Mi torna in mente una frasa della poetessa Jorie Graham, sentita ad una conferenza: " per scrivere una poesia bisogna ragionare sul senso delle cose, l'assurdo che ne viene, ad esempio vedo il mio giardino e mi chiedo che cosa significhi che sia mio, come può la terra appartenermi?" (pressapoco così).
Infondo molti sostengono che l’arte non sia mai il prodotto di un singolo individuo, ma che come ogni cosa derivi dalle innumerevoli influenze che ogni artista ha avuto da altri, dall’ambiente circostante. In questo senso, l'opera è prodotto e proprietà di una società e di un'epoca, più che di un individuo e dei suoi eredi. I primi musei sono nati in fatti da considerazioni analoghe nel ‘700, come luoghi in cui l’arte era valorizzata e custodita secondo un diritto alla fruizione e all’apprendimento collettivo.
La proprietà privata può essere soggetta d’esproprio per fini di utilità pubblica, come per la costruzione di strade, ferrovie, o lo spostamento di opere d’arte stesse come per l’intero sito archeologico di Abu Simbel nella costruzione della diga di Assuan.
Le leggi ci regolano nell'organizzazione ma dipende da quali volontà sono mosse, veramente per un fine bubblico? per il bene di chi e quale è la scelta giusta, gli esiti lo confermano ma non è il caso dia spettare una conferma .



martedì 21 luglio 2009

Le armi contro la castrazione dei cervelli


Cercando le informazioni che poi si sono trasformate nel precedente post mi sono imbattuto in una figura piuttosto interessante, Richard Stallman. Sviluppò nel 1984 un meccanismo dal copyright per la gestione dei diritti sulla proprietà dei software: il copyleft applicato nell'ambito del Software libero. Si contrappone al software proprietario ed è differente dalla concezione open source, incentrandosi sulla libertà dell'utente e non solo sull'apertura del codice sorgente. Con la Free Software Foundation da lui fondata, stabilì quattro "libertà fondamentali’ su cui debba basarsi un software perché possa essere considerato libero:
· Libertà di eseguire il programma per qualsiasi scopo (chiamata "libertà 0")
· Libertà di studiare il programma e modificarlo ("libertà 1")
· Libertà di copiare il programma in modo da aiutare il prossimo ("libertà 2")
· Libertà di migliorare il programma e di distribuirne pubblicamente i miglioramenti, in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio ("libertà 3")
Evocano quasi le leggi della robotica di Asimov.
L'idea del Copyleft mi pare una valida alternativa, rispecchia sempre il concetto di open source, anche se il problema rimane e forse va combattuto anche per via legale.
Sentenze di tribunali europei hanno spesso già confermato la validità di brevetti su software assegnati dall’Ufficio brevetti europeo e nazionali, esercitando pressioni lobbistiche.
Gli autori di software sono in fondo già protetti dal diritto d’autore che non impedisce ad altri di sviluppare l’idea in tal senso, favorendo una migliore competizione ed innovazione, soprattutto equa. Tra i “compratori di brevetti” i principali coinvolti sono Microsoft, ma anche Google e Amazon seppure rendono i loro servizi più aperti controllano totalmente i motori che li rendono possibili. Molti studi scientifici ed economici giustificano ormai l’abolizione dei brevetti sul software

Proprietà intellettuale..No grazie!






Tempo fa si era già discusso all’interno della blog-class sui limiti nello sviluppo delle idee introdotti da legislazioni troppo restrittive sul copyright di contro alle potenzialità di un uso aperto e libero offerto dal nuovo concetto dell’open source. Ne rende conto il fatto che sia sfruttato dalle aziende stesse ormai. Ovviamente è giusto proteggere l’ideatore di un’ idea, invenzione, opera d’arte che sia, nel riconoscimento della paternità, ma anche in questo si deve trovare un equilibrio, premesso che già è garantito dalle leggi sul diritto d’autore. Inoltre in molti campi di ricerca è sempre più labile questo confine e pare più una lotta da parte delle grandi industrie di accaparrarsi monopoli in modo discutibile. Il problema che ora si è aperto è più che altro legato alla Proprietà intellettuale ora.
Per capire meglio il problema va distinto innanzi tutto che:

-Copyright © (diritto di copia) è l'insieme delle norme giuridiche sul diritto d’autore in vigore nel mondo anglosassone e statunitense.
-Il diritto d'autore è la posizione giuridica dell’autore di un’ opera, a cui leggi nazionali e convenzioni internazionali come la convenzione di Berna. Riconoscono la facoltà di diffusione e sfruttamento e il diritto ad essere indicato come tale anche quando abbia alienato le facoltà di sfruttamento economico (diritto morale d'autore).
-La proprietà intellettuale è l’insieme di principi giuridici che tutelano l’opera di autori, e attribuisce a creatori e inventori un monopolio di sfruttamento.

Certamente quest’ultima fa parte di una concezione orami obsoleta e più che altro è legato agli interessi di lobby che in questo modo possono controllare il mercato senza peraltro generare realmente un beneficio, ma anzi soffocare l’innovatività delle piccole/medie aziende principali responsabili dell’ innovazione. Un problema di questo tipo si è aperto ora con la proprietà intellettuale sul software. I produttori devono proteggersi dalle innumerevoli cause legali con spese di denaro sottratte alla ricerca, da parte dei proprietari (che non necessariamente ne sono produttori).
Questo fenomeno è già iniziato negli U.S.A e costa miliardi di dollari ogni anno, e lo stesso rischia di avvenire pure in Europa. La causa sta nelle leggi restrittive con un fondamento legale poco chiaro a quanto pare, e che è facile violare pure inconsapevolmente.
La Foundation for a Free Information Infrastructure si sta impegnando con una petizione nel bloccare questo processo.
Link

venerdì 1 maggio 2009

Valutazione del corso

Quello che inizialmente idea del blog mi sia piaciuta prima di tutto perchè mi permetiva di gestire autonomamente e flessibilmente il corso di informatica e l'esame, incastrandolo con il tempo per lo studio. Non nego che poi all'inizio non ne capissi molto la finalità, ma quello che mi è piaciuto poi è il fatto di voler fornirei mezzi per acquisire le capacità e ad essere autonomi nell'utilizzo le risorse dellea rete, e nel cercare di far capire il senso di questo. Quello forse che è mancato nel corso è l'tilizzo della rete creata dalla blog-class, ognuno può commentare e leggere post di altri ma in maniera piuttostò scollegata. Forse è un bene perchè ognuno è libero di fare come vuole e soprattutto di dire ciò che vuole, forse è un pò un problema mio per la mancanza di tempo che non mi ha permesso di espandere la navigazione ma non sono riuscito a percepire se non tramite i reindirizzamenti a qualche post degli assignement la blog-class.
Gli assignement li ho trovati stimolanti spesso.

Alla ricerca delle relazioni perdute

Qualche giorno fa mi sono preso una giornata di evasione dallo studio, è stata sicuramente ricca più di tante pagine di istologia forse. Spesso molte relazioni ci capita di trascurarle specie le più intime perché tanto ci sembrano lì a portata di mano come cose, presi dalla frenesia e dalla corsa, anzi rincorsa di tutti gli impegni. Questa volta in compagnia dei nonni ho ascoltato con attenzione tutti i loro racconti e percependo come erano desiderosi di tramandare quasi la loro vita perché tutto non si perdesse nel corso del tempo, indicandomi i posti dove avevano abitato, cosa era avvenuto in quel posto. Così tutti quei luoghi anonimi hanno iniziato ad acquistare un valore, si è iniziata a creare o meglio a collegare la trama dei tanti posti visti magari tante volte e ignorati, con la storia. Ho conosciuto persone che vi abitavano, i vecchi contadini che lavoravano per loro tanti anni fa, percependo quel contatto intimo con della mezzadria tra padrone e contadino e con la terra. Delle persone che mi ricordavano l’immagine concreta di Mazzarò, fino ad allora solo un personaggio di un racconto di una realtà ormai evanescente. Persone che avevano fatto la loro piccola fortuna con il lavoro ormai, ma abituate a vivere come sempre. Tuttavia nella loro semplicità ricche di saggezza . La moglie un po’ malandata quando ha saputo che studiavo medicina mi ha subito detto con il cuore di non perdere mai l’umanità dietro la professione come a molti accade, e credo dalla sua stampella che di medici ne avesse già visti. Dalla breve discussione poi sono emersi consigli per nulla retorici, forse all’apparenza ma se vissuti nel contesto veramente profondi : “Ragazzi stiamo facendo come i Romani all’ apice del loro impero che decaddero per il lassismo poi, forse toccherà anche a voi ritornare a fare l’orto, mi auguro di no” e poi “Ora le uova, le arance come crescono non le vuole più nessuno , se non sono pompate e quelle nostrane non le compra nessuno. Ma questa è colpa dei consumatori.” Adesso parliamo di Slow Food o di agricoltura biologica e di consumo critico e consumo equo e solidale ma che non sono nulla di nuovo, sicuramente collegato a questo e a quello che di buono c’era nelle vecchie abitudini. Quello che è evidente spesso per le vecchie generazioni è forse la difficoltà nel capire e riuscire ad adeguare alla nuova realtà così diversa troppo rapide le innovazioni che appaiono distanti, lo stesso vale per noi, forse anche per questo vale la pena di essere capaci a “stare on-line”.

Valore del contesto e risorse bibliografiche

Partendo dall’articolo il valore del contesto e sulle risorse bibliografiche vengono in mente molte considerazioni profonde, viene quasi da perdersi e non sapere più da che parte farsi.
Innanzitutto la matematica è un linguaggio e viene considerato quello d’elezione della scienza per la sua limpidezza ed inequivocabilità, ma il suo valore sta dietro i simboli, nel significato che gli diamo e condividiamo, nel suo contesto di regole da cui dipende il valore di verità o meno.
La fisica utilizza così questo linguaggio per descrivere e comprendere la realtà che rappresenta, ha valore nel modo giusto o meno di farlo, in relazione a ciò che la realtà è di per sé.
Ma pure il linguaggio verbale allo stesso modo è una forma di comunicazione, è informazione (tutto ciò che esiste lo è di per sé, dipende da noi la capacità di estrarla, di poterla “leggere”. E’ stato sempre tacciato di inesattezza per la sua ambiguità questo, che tuttavia non è intrinseca dipende dal suo utilizzo. Può essere dal contesto in cui una parola si usa che se ne estrae un dato significato appunto. Penso che questa apparente imprecisione sia dovuta alla sua ricchezza e da quella della sua costruzione, è frutto di un sistema complesso, la nostra mente e la società perché nel parlare ci mettiamo in contatto con altre persone in un sistema crescente e queste ci influenzano a loro volta e viceversa, così nasce una conversazione seppure non sappiamo neppure noi cosa avvenga, come e perché dentro di noi. Secondo Noam Chomsky professore di linguistica del Massachussetts Institute of Technology il linguaggio verbale può essere altrettanto rigoroso di quello matematico. Il significato può essere veicolato in diverse forme più o meno idonee al contesto, questo è dato nella nostra mente dalla coscienza, una realtà concreta ma che ci permette il pensiero e il ragionamento come qualcosa di astratto e tramite esso possiamo indagare ricorsivamente con i mezzi idonei alla scoperta creati. Es: la biochimica nella quale è implicita la dimensione fisica più intima delle singole particelle organizzate nella chimica in funzioni (tipo sovrastrutture) alla fine in out put della mente, come un pensiero, un’ azione. E’ concreto tanto un ragionamento quanto quello quanto ciò che descrive? Ovvero come porsi poi di fronte ai problemi filosofici dell’idealismo, lo scetticismo, sulla libertà? Decisamente troppi per un post! Ma che non ritengo categorici. La scienza è costruita dal pensiero con operazioni logiche tramite il ragionamento, con cui possiamo scoprire (rendere visibile alla coscienza) ciò che è già contenuto nel contesto mettendo insieme informazioni, come lo svolgere un equazione o fare una diagnosi. La letteratura scientifica in questo senso ci fornisce informazioni, di conservarle e renderle accessibili tramite la condivisione delle risorse bibliografiche. Di qui l’importanza di sapervisi muovere in tutta la confusione che si crea.

sabato 18 aprile 2009

"trafficando" con i calcolatori di Medal.org

Ho provato con alcuni dei calcolatori on-line disponibili su Medal.org a calcolare cose come l'indice di massa corporea o di superficie corporea. Per alcuni come per la probabilità l'infarto del miocardio o di trombosi sono necessari alcuni parametri che non conoscevo, tanto per provare si possono anche sparare i dati, quando invii la risposta ti da automaticamente il range di validità. Un ostacolo possono essere i termini tecnici in inglese, ma basta un dizionari medico. Io sono andato su http://divulgativo.urodoc.it/vocabolario/.

Ho provato con l'indice di rischio cardiaco basandomi su vecchie analisi del sangue per qualche dato..così per renderlo più interessante, fuori pericolo!

Diritti d'autore...

Certamente il tema è molto variegato, prima di tutto non so se pensare al singolo artista che si mantiene in questo modo grazie ai proventi del suo lavoro, o a qualche colosso che acquista i diritti e li utilizza arricchendosi enormemente. Anche la possibilità di usufruirne gratuitamente deve essere limitata comunque necessariamente almeno in parte. Come si dice la verità sta nel mezzo forse. In india la pirateria dei Dvd è riuscita a far chiudere addirittura filiali di Blockbuster non più di un anno fa.
“Secondo l’AIE oggi in Italia i fenomeni della sola pirateria fisica, dalla duplicazione di cd, Dvd, fotocopiatura illegale, ecc.. (escludendo quei fenomeni di più difficile misurazione economica come il peer to peer, ecc. in crescita da parte degli utenti della rete valgono almeno 1,2 miliardi di euro, il 20,2% del mercato di editoria libraria, musicale e del cinema registrato”. Forse è vero che “l’occasione fa l’uomo ladro” e che il fenomeno scaturisce dalla facilità di scaricare permessa dall’open source, come con Emule (il mezzo di per sé non è sbagliato). Contemporaneamente dovrebbe essere più facile o meglio più lecito farlo per la didattica ad es. come già la legge dichiara, ma i paletti sono sempre di più, forse per la difficoltà di controllare, ma anche i prezzi che impongono non sono sempre onesti. E perché dovrebbero preesistere agli autori stessi i diritti di autore, che si vendono all’asta come un immobile, come è stato fatto con le canzoni dei Beatles? Forse anche qui si dovrebbe legiferare, se poi si pensa che un gene su cinque è proprietà privata tutelata da brevetto forse si rasenta la follia certe volte..
Mi sembrano comunque una violenza poi le parole del presidente della SIAE Assumma : "la pirateria è una sfaccettatura di un fenomeno di inciviltà culturale, i ragazzi che imbrattano i muri, che rovinano le suppellettili nelle scuole, che fanno le corse ubriachi sono elementi di questa società incivile che acquista prodotti contraffatti” è fondamentale un'opera di rieducazione "bisogna insegnare ai giovani cosa è lecito e cosa è illecito"La “Dottrina Sarkozy” dovrebbe entrare in vigore sostituendo a un organo giuridico un ente amministrativo, l’Alto Commissariato per la protezione del Diritto d'autore
, cosa che evoca un po’ lo scenario del film Brazil di Terry Gilliam. Non mi pare neanche ben chiaro infondo ancora cosa sia lecito e cosa no e in quali contesti l’utilizzo etc.

PubMed e la ricerca open source

Mi è capitato di leggere proprio ieri di uno studio statunitense pubblicato su Science sullo sviluppo della ricerca open access nella circolazione del sapere scientifico. Negli ultimi anni sono aumentate le pubblicazioni open source, visti altrimenti i costi delle riviste e aumentare il numero dei ricercatori in grado di trovarli e citarli. Dopo un anno dalla pubblicazione è aumentato dell' 8% l'uso di quelli in formato open source, e del 12% quelli in formato commerciale. Strano! Forse in ambito scientifico c'è ancora diffidenza di fronte al prestigio dei titoli, ma le cose sono certamente destinate a cambiare. Inoltre non si tiene conto qui dell'ampiezza del fenomeno per la divulgazione scientifica, un esempio comune e banale può essere Wikipedia. Per molti ricercatori dei paesi in via di sviluppo il formato open source è l'accesso privilegiato, volete vedere che loro svilupperanno noi...
Per quanto riguarda PubMed, il sistema è molto facile da usare. All'inizio ho provato a cercare qualcosa sulla tecnica PAS (visto che siamo in tempo di istologia..) ma non ho trovato immediatamente la voce correlata perchè in effetti con questa sigla erano sottointese più cose e quello che ho trovato legato alla parola chiave che gli avevo dato è stato pre-autophagosomal structure (PAS). La pagina non aveva a che fare per nulla sulla colorazione ma riguardava l'autofagocitosi da parte di autofagosomi, ho provato con altri risultati della ricerca che compaiono in alto a sinistra e con neuronal PAS ho trovato informazioni sulla pas positività di vacuoli in biopsie muscolari nella malattia di Andersen (GSD IV). Ho visto inoltre che si possono trovare pure citazioni di singoli casi clinici. Il titolo di quello che ho trovato é: "A case of immunotactoid glomerulopathy (ITG) exhibiting nephrotic syndrome successfully treated with corticosteroids and antihypertensive therapy ", riferito ad un uomo di 70 anni, be poi dice già tutto il titolo. E' sicuramente utile per un medico potersi documentare su casi clinici analoghi, su terapie provate in altri centri. A PubMed Home su Topic è veramente spiegato tutto per qualsiasi dubbio http://www.ncbi.nlm.nih.gov/bookshelf/br.fcgi?book=helppubmed&part=pubmedhelp#pubmedhelp.How_do_I_search_PubM

Per salvare le ricerche ci sono un infinità di vie e da una ricerca si può arrivare ovunque, trovando i link alle risorse esterne a PubMed e delle copie degli articoli che non sono contenuti qui. Si possono selezionare dalle caselle a fianco sulla sinistra i risultati delle ricrche che si vogliono salvare, temporaneamente sulla clipboard in alto o permanentemente su My NCB Collections. In basso ci sono comunque tutte le opzioni per scaricarlo, salvarlo, stamparlo etc. sicuramente ci siete arrivati già prima di me.

domenica 29 marzo 2009

Gruppi di Acquisto Solidale



Cosa sono?
I GAS sono gruppi di acquisto solidali nati dall’accordo di un gruppo di persone che decidono di ricorrere ad un diverso criterio di consumo. Il primo nasce nel 1994 a Fidenza. Ne esistono un centinai circa in Italia. Piuttosto che affidarci ed accontentarci delle scelte della grande distribuzione ci si rivolge al piccolo produttore vicino. Si abbattono i costi e i consumi del trasporto. Molto spesso ciò che viene prodotto da una parte fa il giro del mondo per arrivare ai consumatori, del tutto assurdo se si seguisse una logica organizzativa di versa. Assieme a questo si riduce l’inquinamento conseguente e si ha la certezza della qualità del prodotto, dell’origine ( l’etichetta fa riferimento spesso solo al confezionamento o alla lavorazione finale del semilavorato) e delle condizioni di lavoro (perché lo sfruttamento c’è anche in Italia non illudiamoci, che ricorre al lavoro nero). Si risparmia denaro inoltre per la spesa per non parlare del tempo alla cassa!
Per iniziare basta partire da amici e conoscenti e proporre, ecco cosa può fare una rete!
Tempo fa è stato fatto un servizio molto interessante approposito di questo a report, Il piatto è servito che consiglio a tutti di vedere.
Link http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-061bd926-51fb-4739-9df9-bceeede41e94.html?p=0
Colgo il post per consigliare anche la versione di Google-Risparmio come motore ricerca, visto che avevamo già parlato di risparmio energetico approposito dell' Heart Hour.

Approposito della Scolarizzazione

Hard Times di Charles Dickens è un lampante esempio di scolarizzazione. Gli studenti di Thomas Gradgrind sono smunti e passivi uditori. Le loro menti sono scatole vuote pronte ad essere riempite di contenuti. Sono macchine insomma!
Nessuno a parole vorrebbe una scuola così di certo ma è una cricatura evidente della controtendenza degli ultimi tempi, sul significato latente del significato del nostro fare quotidiano. Non abbiamo bisogno di semplici nozioni o di semplici strumenti perche il sapere è più vasto e composto di questi soli, è un risultato! Non so come potrebbe essere la scuola che vorrei, ma non so neanche se si possa dire cosi programmaticamente, deve nascere in fondo dalle esperienze concrete delle persone, dalle idee e contributi maturati da esse. Ho avuto modo di prendere parte e conoscere esperienze di insegnamento, semplici ma ricchissime dal punto di vista umano, come dopo-scuola fatti in case famiglia da persone qualunque. Ho visto corsi studio fatti in Albania a ragazzini abituati a stare per strada senza bisogno di grandi mezzi, ma accidenti come imparavano bene l'Italiano! Forse è vero quello che ho sentito ieri alla radio: siamo abituati a sentire un informazione fatta per luoghi comuni e a volte non riusciamo a capire o vedere cosa ci sia che non va. Mi è capitato di conoscere un ragazzo italiano di 14 anni analfabeta o chi sa troppo ed alla fine non sa nulla, che studia senza sapere perchè lo fa. La realtà non è così circoscritta come ci appare, e può anche essere una ricchezza. La suola forse deve essere capace di "fornire la canna da pesca e non solo il pescato", di "svezzarci" e non dimentichiamo che la scuola la costruiamo noi, non è un istituzione!

sabato 28 marzo 2009

Come inserire video ed immagininei vostri post

Questo post sembrerà banale per la magior parte dei voi, ma spero che possa essere utile comunque a qualcuno che come me partendo da zero con i blog si è trovato un pò impacciato all'inizio. Per quanto riguarda Wordpress i video non possono essere caricati direttamente innanzitutto, ma devono essere “linkati” da portali appositi come YouTube, Google Video, o altri VideoBlog.

Una volta caricato il vostro video nel VideoBlog seguendo le semplici istruzioni che troverete sul portale videoblog che avete scelto, dovrete inserire un link speciale nel post che avrete scritto che inserirà il video nel post. Sul VideoBlog dovete cercare il link diretto al Video e mettere insieme comando e link sul post.
Per quanto riguarda Blogger dalla barra strumenti al pulsante
si possono inserire file di formato AVI, MPEG, QuickTime, Real e Windows Media che hai nel tuo computer, non per caricare filmati da you tube però.
Per i filmati da Youtube una volta caricato il filmato, dobbiamo copiare il codice embed a fianco del video:


Su post/crea dovete spostarvi su "modifica Html" in alto a destra, individuare il punto da voi scelto nel testo e incollare il codice lì, controllate poi cliccando su "anteprima"! Per la immagini è la stessa cosa dal tasto accanto, "aggiungiimmagine" !

Sabato 28 Marzo giornata mondiale dell' Heart Hour


Dopo la giornata "Mi illumino di meno" promossa da caterpillar siamo giunti oggi alla giornata dell'Heart Hour. Un altro modo in fondo per ribadire l'impegno al risparmio energetico ed a un consumo responsabile e il più possibile sostenibile per l'ecosistema. Dovrebbe essere questo un impegno quotidiano certo, allora perchè non aderire a quest' invito appunto?! Oggi 28 Marzo dalle 20:30 alle 21:30 siamo tutti invitati a spegnere le luci per l'evento mondiale Earth Hour, l'ora della Terra. L'idea è nata in Australia nel 2007. Quell'anno a Sydney oltre 2 milioni di persone hanno spento le luci di casa e dell'ufficio. L'evento ha avuto talmente tanta risonanza che nel 2008 hanno aderito 370 città in 35 Paesi per un totale di 50 milioni di persone. Per quest'anno l'obiettivo è di un miliardo di persone in 83 Paesi! Rispondi anche tu all'appello del WWF!

giovedì 26 marzo 2009

Connessi e iperconnessi

Qualche tempo fa ho letto un interessante libro “Il programma dell’ universo” di Seth Lloyd, dove l’intero universo viene presentato in termini di informazione e computazione tramite porte logiche (i nodi dove avvengono le interazioni) e connessioni, un utile assaggio di tutto quello che ho ritrovato negli appunti del prof. poi. Pensare a reti che si tessono in ambito informatico mi ha fatto sorgere comunque un dubbio: possibile che tutti i sistemi in questo paradigma siano uguali, ovvero nodi e connessioni che operano allo stesso modo e che sono formalmente uguali? Il grande sviluppo che si è creato in certi ambiti come nel caso degli open source, pensando a Wikipedia per fare un esempio, è in fondo dovuto alla collaborazione di altre reti già altamente organizzate, noi esseri umani, e non sorgono casualmente o per piccoli gradi come l’evoluzione che ha portato a noi, ma sono già mosse da una volontà, da una coscienza ed organizzate di conseguenza? Il loro sviluppo non è caotico perché dipende in fondo anche dall’organizzazione di base su cui si va a contribuire, quelle strategie già integrate adottate per far si che si mantenga un elevato grado di connessione fra le pagine, rendere rapide e facili le modifiche ed arginare vandalismi, anche se non c’è nulla di statico, ma pone già le premesse forse per uno sviluppo rapido. Questo mi ha fatto pensare a reti intelligenti, rispetto ad altre più precarie sottoposte alla combinazione casuale di eventi. Le prime si possono autocorreggere ed evolvere rapidamente grazie al nostro intervento, in questo senso le ho intese reti intelligenti e vive, ovvero lo possiamo immaginare solo se vi ci inseriamo pure noi in un sistema più amplio, che in fondo è l’interazione dei vari sottosistemi (noi e i supporti che costituiscono il web). Ma mi sono reso conto poi del vizio di fondo del ragionamento, dovuto forse alla difficoltà di passare ad una visione generale ed unificata delle cose con qualche cambio di paradigma e far cadere gli schemi in cui siamo abituati a ragionare e dicotomizzare le cose impoverendo la nostra visione della realtà. Effettivamente forse ai minimi termini sono tutte uguali le reti, cambia la forma, l’organizzazione di singoli sistemi non indipendenti ma più circoscritti dal resto. Perciò forse alcune sono migliori di altre e dove rientra la nostra mente che è un'altra rete altamente sofisticata l’esito non può che essere strepitoso. Alla fine non è poi più così sorprendente lo sviluppo del web se si pensa quanto molto di più interagiamo off line, e ora che si è partorito questo supporto queste stesse interazioni si stanno trasportando lì. La differenza tra off line e on line diventa essa stessa molto sottile credo se pensiamo effettivamente che quel mondo che ci pare astratto o in parte circoscritto dal resto, da noi individui, è effettivamente fisico e parte di tutta la realtà stessa concreta che ci circonda. Si può intendere lo stesso per una telefonata ad esempio. Volevo citarvi a proposito un libro a cui stavo pensando da un po’ e che mi pare molto pertinente: “La scienza delle reti” di Albert-Làszlò Barabàsi.

mercoledì 25 marzo 2009

Un appunto sulle pagine Wiki

Sapendo poco o nulla su cosa fossero esattamente le pagine wiki e come funzionassero, partendo dagli insegnamenti socratici del prof. , ho approfondito un po’ la cosa cercando qua e là. Questo è un po’ un resoconto di quello che ho trovato e capito. Ve lo “posto” nel caso a qualcun altro interessi e torni utile. I Wiki sono un insieme di documenti, pagine ipertestuali strettamente collegate da link che permettono una navigazione trasversale oltre che gerarchica tra le pagine. Una singola pagina in un wiki è chiamata "pagina wiki", mentre è chiamato "il wiki" l'insieme delle pagine. Il motore Wiki è dunque il software collaborativo su cui gira un sistema wiki e che permette generalmente di creare e modificare pagine web con un semplice browser. Queste sono le caratteristiche principali. I loro contenuti sono prodotti e sviluppati dagli utenti in maniera pubblica, libera e gratuita. Si crea così una collaborazione sinergica, una rete che permette lo sviluppo esponenziale di questi, essendo più facile incrementarli e correggerli. Non è un caso che il significato di wiki sia appunto “rapido” (dall’ Hawaiano ). Basandosi proprio su questa apertura la possibilità di errori si riduce grazie ai contributi, le collaborazioni altrui.
L’affidabilità di sistemi del genere è destinata crescere con il tempo come sostiene Wikipedia, il sistema wiki per antonomasia forse, che in fondo è stata in grado di competere col l’Enciclopedia Britannica. Quest’ultima si sta apprestando a fare lo stesso passo ora, aprendo la possibilità di essere modificata dai propri utenti. Tutto questo dovrebbe essere una riprova che il sistema funziona! E’ una conseguenza alla fine di una rete intelligente così creata, già abbondantemente e ben spiegato sullo scritto del prof. “Coltivare le connessioni”. Il sistema di gestione dei contenuti utilizzato (content management system o CMS) è un software su un server web che facilita la gestione di siti web, svincolando l'amministratore da conoscenze tecniche di programmazione. Grazie alla cronologia delle revisioni si possono vedere e confrontare le modifiche fatte e ripristinare eventualmente la precedente versione, insomma si può aggiungere togliere e modificare operando con un lavoro di “taglia e cuci” in modo facile e veloce e questa è la loro forza! Le modifiche minori sono in genere fatte automaticamente da codici di programmazione appositi: i Bot (da robot) per semplificarci la vita in poche parole come ne sono un esempio banale quelli che inviano messaggi in automatico nelle chat, e si connettono alla rete come un normale utente. Alcuni wiki utilizzano una forma interna di bookmarking per generare una lista di cambiamenti recenti e configurare solo un gruppo di pagine specifiche. Le pagine piccole (stubs), o grandi che siano sono collegate come qualsiasi altra in modo che visi possa arrivare da tutte quelle che abbiano un link su di loro. Per essere mantenerne la qualità inoltre chi apporta una modifica può impostare un warning per le modifiche che permette di verificare la validità delle nuove edizioni in maniera rapida. Quando si crea una pagina si inseriscono link ad argomenti correlati, se le pagine di questi ancora non esistono appaiono come broken link, da cui si può partire per costruire la nuova pagine, e questo mantiene un grande livello di connessione e sviluppo omogeneo tra di esse. Possono esistere addirittura Link che collegano differenti comunità wiki: gli Interwiki, che permettono di stabilire ponti fra sistemi diversi in pratica. In fondo non possono esistere sistemi chiusi qui, sarebbe in contraddizione con l’idea di rete in cui si trovano e per il fatto stesso di essere fruibili da noi (altri sistemi) penso. Le applicazioni sono varie: da enciclopedie come Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale ( o non enciclopedie come Nonciclopedia! http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Pagina_principale ) a progetti collaborativi comunitari o di impresa, alla creazione di Wiki personali. Per quest’ultimo ho trovato ad esempio Wikispaces http://www.webwards.net/wikispaces-creare-un-wiki-con-pochi-click-514.html che funziona pressappoco come un MySpace. (Molto interessante, vale la pena darci un occhiata!) Il CMS utilizzato da Wikipedia è ovviamente libero, si può scaricare , caricare e configurare quindi in un sito per poterlo utilizzare. Per questo ho trovato tutto qua, dove si può trovare altra documentazione: http://www.mediawiki.org/wiki/MediaWiki. Su http://www.opensourcecms.com/ tra l’altro si può provare prima di scaricare con uno già installato, e per creare documenti di ogni tipo http://www.dokuwiki.org/dokuwiki. Su mediaWiki si possono inoltre trovare altre informazioni utili: http://www.mediawiki.org/wiki/MediaWiki/it . Insomma si può trovare di tutto e per tutti i gusti..inutile che mi dilunghi c’è già spiegato tutto e certamente meglio in rete.

giovedì 19 marzo 2009

Bookmark

Rieccomi con un nuovo post, ho appena svolto il secondo assignment del prof.
Bè cosa posso dirvi l'idea di poter frugare tra i preferiti di ciascuno ci può aiutare a scoprire i profili di ciascuno, curiosando. Soprattutto, e penso questa sia la vera finalità, conoscere e selezionare nuovi siti, pagine magari mai scoperti, o nuovi interessi addirittura, portando alla luce ciò che c'è di genuino, interessante utile e bello su internet, dal quel marasma che potrebbe altrimenti apparire, dato dalla vastità di informazione che racchiude.
Ecco la mia pagina di Bookmark: http://delicious.com/bender.rodriguez

martedì 17 marzo 2009

Mumble mumble..quale libro ?

Per chi ancora non avesse ancora scelto quale testo comprare e si trovasse ancora smarrito nel dilemma " è meglio il Bani o il Rosati ?" non induggiate..ora c'è medblog! Per anatomia non sussiste dubbio in genere con l'ormai consolidato monopolio del Balboni, ora giunto alla nuova edizione.
Personalmente ho trovato le immagini del Rosati migliori e graficamente più accattivante e penso sia pure per questo che vada a ruba, ed è inoltre un pò più stringato del Bani. Nei pro a favore di quest'ultimo c'è però pure da dire che essendo il testo dei prof. (ma non penso proprio che per questo favorisca all'esame sul piano dei contenuti alla fine credo siano entrambi testi completi e validi non che li abbia ancora aperti..) è organizzato a paripasso come le lezioni negli argomenti. Il Monesi lo sconsiglio per quanto valga il mio giudizio ma oltra a costare di più è troppo vasto e penso che si finisca a perderci più tempo nel cercare e scartare cosa fare o nei dettagli..cosa decsamente da evitare! Da quel che ho sentito dagli studenti del secondo anno, si è trovato bene anche se sarà soggettivo penso, chi ha usato il Rosati (usato o preso in biblioteca che sia..non faccio pubblicità!) Per embriologia non saprei invece ad occhio io ho trovato più curato il Sadler del Larsen ma credo questo sia molto soggettivo. Chi ha scelto uno dei testi dica la sua sui pro e contro così dai commenti tutti quelli che ho sentito incerti possono farsi un idea ( o confondersi di più chissà? ) Per i prezzi a chi interessasse per quel che ricordo Anatomia alla CLU (cooperativa libraria universitaria)viene 263 euro, alla master veniva 265 fino a quando non se ne sono accorti e lo hanno abbassato a 262(nn so se è rimasto così) comunque sia ricordate che in contanti lo sconto è sempre quello max. Voi ne sapete altri? Scoviamo i prezzi migliori!

domenica 15 marzo 2009

Volevo proporvi dei sondaggi sul primo semestre di corso per poter creare un profilo sui prof. e trarre dei consigli per gli esami e le lezioni e creare una pagina per le prossime future matricole creando una pagina wiky magari, sempre che ne venga fuori qualcosa di decente.. così che uno non debba scoprire tutto sul momento o farsi un idea quando ormai non gli serve più a niente.
Questi tipi di sondaggi sono un pò limitati perciò è più importante che commentiate questo post con i vostri consigli o esperienze. Più avanti pubblicherò un altro sondaggio sugli esami ma nei commmenti dite pure tutto quello che volete

mercoledì 11 marzo 2009

Troppi nonni per pochi nipoti

Ieri, martedì 10 marzo 2009 si è tenuta la conferenza dell’emerito professore Egon Diczfalusy sulla rivoluzione demografica. Con i suoi 89 anni ha mostrato un grande carisma e grinta nell’ argomentare in modo personale e coinvolgente senza cadere in un formalismo descrittivo o impersonale, ma anzi con una linearità semplice ed appassionata.
Se in un solo secolo, tra il XX e XI, la popolazione mondiale è aumentata esponenzialmente arrivando ai 6 miliardi di abitanti, adesso ci ritroviamo in una situazione di stallo, anzi di recessione. E' una situazione momentanea? La popolazione femminile pare destinata a prendere il sopravvento su quella maschile numericamente e la piramide demografica a “rovesciarsi ad imbuto” a favore di una fascia di anziani sempre maggiore rispetto ai giovani.
Con ciò dobbiamo considerare anche la crescita della durata della vita media. Sorgono a questo punto scottanti dubbi e riflessioni: A quanto arriverà il costo della sanità pubblica? Lo sosterremo? Occorre riformare il sistema delle pensioni o cambiare atteggiamento verso il matrimonio e la vita stessa ( guardando anche al crescere del numero divorzi) ? Quale sarà il destino dell’ homo sapiens che eppure è una specie biologica ancora giovane? come affronterà il proprio futurò?Le previsioni per il 2050 non sono certo ottimistiche, ma non dobbiamo comunque scordare che l’uomo è artefice della propria sorte.
E’ proprio con queste domande aperte che il professore ha colpito l’attenzione di docenti e studenti spaziando a 360º le proprie riflessioni.
Ha chiuso infine la conferenza con un appelo rivolti in particolare modo direttamente a noi studenti, futuri medici (speriamo!): “Fate il bene e fatelo bene” e “non perdete mai la speranza”, due affermazioni lapidarie ma profondamente dense di significato che lui stesso ha definito forse le due saggezze più grandi. In sostanza rimbocchiamoci le maniche per il futuro!
Aggiungete i vostri commenti e le vostre riflessioni!