lunedì 10 agosto 2009

Sporche storie di guerra

Non ho ancora finito di leggere Guerre Politiche, ma già lo trovo un libro intenso, per la notizia nella sua dinamicità e interesse e la riflessione più profonda e meditatache dovrebbe seguire ad ogni esperienza. Si tratta di una raccolta di reportage di Goffredo Parise, giornalista dell'espresso e poi del corriere della sera, sul Vietnam, Biafra, Laos e Cile. E' stato il primo italiano ad essere andato in Biafra, anche se poi non è stato subito ben accetto per i suoi reportage. Riporto alcuni passi che mi hanno colpito, non so se decontestualizzati abbianolo stesso valore, ma credo ne valga la pena. In poche parole per quanto riguarda il Biafra, si tratta di uno stato sorto e scomparso nell' arco di un anno. Era una regione secessionista centrale della Nigeria, la più ricca di petrolio guarda caso. La secessione fu guidata da Ojukwu, ufficiale di carriera nell'esercito nigeriano, di una delle famifglie più ricche del paese. C'è anche da dire che le due divisioni interne rispecchiavano quella antecedente tra Ibo (i Biafriani) e Hausa, due etnie già in contrasto, probabile coseguenza dei confini artificiosi del colonialismo e di una storia obbligata dall'esterno che non ha mai permesso di superare la miriade di frammentazioni interne al continenete. Comunque si sa che all'origine della secessione cerano gli interesi di potere di Ojukwu, le concessioni sull'estrazione del greggio promesse a potenze straniere. Le vittime così finiscono per essere i civili ignari e impotenti, massacrati dal fronte nigeriano, mentre i rifornimenti di viveri degli aiuti internazionali che passavano tramite questo venivano avvelenati. Poi per Ojukwu la principale risorsa per ottenere risonanza internazionale e far fronte alla sua mancnza di mezzi fu una nuova arma, sconvolgente, lamorte di 6000 biafriani algiorno, di modo da ottenere la risonanza della notizia e l'intervento pronto dell'opinione pubblica. Quelo che rimane speso è l'associazione istintiva e magari inconsapevole: Biafra-fame, ma intanto Ojukwu se ne sta rifugiato con la sua cadillac da qualche parte.
La riflessione è un pò lunga per questo post, la pubblicherò in uno aparte.

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