domenica 29 marzo 2009
Gruppi di Acquisto Solidale
Cosa sono?
I GAS sono gruppi di acquisto solidali nati dall’accordo di un gruppo di persone che decidono di ricorrere ad un diverso criterio di consumo. Il primo nasce nel 1994 a Fidenza. Ne esistono un centinai circa in Italia. Piuttosto che affidarci ed accontentarci delle scelte della grande distribuzione ci si rivolge al piccolo produttore vicino. Si abbattono i costi e i consumi del trasporto. Molto spesso ciò che viene prodotto da una parte fa il giro del mondo per arrivare ai consumatori, del tutto assurdo se si seguisse una logica organizzativa di versa. Assieme a questo si riduce l’inquinamento conseguente e si ha la certezza della qualità del prodotto, dell’origine ( l’etichetta fa riferimento spesso solo al confezionamento o alla lavorazione finale del semilavorato) e delle condizioni di lavoro (perché lo sfruttamento c’è anche in Italia non illudiamoci, che ricorre al lavoro nero). Si risparmia denaro inoltre per la spesa per non parlare del tempo alla cassa!
Per iniziare basta partire da amici e conoscenti e proporre, ecco cosa può fare una rete!
Tempo fa è stato fatto un servizio molto interessante approposito di questo a report, Il piatto è servito che consiglio a tutti di vedere.
Link http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-061bd926-51fb-4739-9df9-bceeede41e94.html?p=0
Colgo il post per consigliare anche la versione di Google-Risparmio come motore ricerca, visto che avevamo già parlato di risparmio energetico approposito dell' Heart Hour.
Approposito della Scolarizzazione
Hard Times di Charles Dickens è un lampante esempio di scolarizzazione. Gli studenti di Thomas Gradgrind sono smunti e passivi uditori. Le loro menti sono scatole vuote pronte ad essere riempite di contenuti. Sono macchine insomma!
Nessuno a parole vorrebbe una scuola così di certo ma è una cricatura evidente della controtendenza degli ultimi tempi, sul significato latente del significato del nostro fare quotidiano. Non abbiamo bisogno di semplici nozioni o di semplici strumenti perche il sapere è più vasto e composto di questi soli, è un risultato! Non so come potrebbe essere la scuola che vorrei, ma non so neanche se si possa dire cosi programmaticamente, deve nascere in fondo dalle esperienze concrete delle persone, dalle idee e contributi maturati da esse. Ho avuto modo di prendere parte e conoscere esperienze di insegnamento, semplici ma ricchissime dal punto di vista umano, come dopo-scuola fatti in case famiglia da persone qualunque. Ho visto corsi studio fatti in Albania a ragazzini abituati a stare per strada senza bisogno di grandi mezzi, ma accidenti come imparavano bene l'Italiano! Forse è vero quello che ho sentito ieri alla radio: siamo abituati a sentire un informazione fatta per luoghi comuni e a volte non riusciamo a capire o vedere cosa ci sia che non va. Mi è capitato di conoscere un ragazzo italiano di 14 anni analfabeta o chi sa troppo ed alla fine non sa nulla, che studia senza sapere perchè lo fa. La realtà non è così circoscritta come ci appare, e può anche essere una ricchezza. La suola forse deve essere capace di "fornire la canna da pesca e non solo il pescato", di "svezzarci" e non dimentichiamo che la scuola la costruiamo noi, non è un istituzione!
Nessuno a parole vorrebbe una scuola così di certo ma è una cricatura evidente della controtendenza degli ultimi tempi, sul significato latente del significato del nostro fare quotidiano. Non abbiamo bisogno di semplici nozioni o di semplici strumenti perche il sapere è più vasto e composto di questi soli, è un risultato! Non so come potrebbe essere la scuola che vorrei, ma non so neanche se si possa dire cosi programmaticamente, deve nascere in fondo dalle esperienze concrete delle persone, dalle idee e contributi maturati da esse. Ho avuto modo di prendere parte e conoscere esperienze di insegnamento, semplici ma ricchissime dal punto di vista umano, come dopo-scuola fatti in case famiglia da persone qualunque. Ho visto corsi studio fatti in Albania a ragazzini abituati a stare per strada senza bisogno di grandi mezzi, ma accidenti come imparavano bene l'Italiano! Forse è vero quello che ho sentito ieri alla radio: siamo abituati a sentire un informazione fatta per luoghi comuni e a volte non riusciamo a capire o vedere cosa ci sia che non va. Mi è capitato di conoscere un ragazzo italiano di 14 anni analfabeta o chi sa troppo ed alla fine non sa nulla, che studia senza sapere perchè lo fa. La realtà non è così circoscritta come ci appare, e può anche essere una ricchezza. La suola forse deve essere capace di "fornire la canna da pesca e non solo il pescato", di "svezzarci" e non dimentichiamo che la scuola la costruiamo noi, non è un istituzione!
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