giovedì 26 marzo 2009

Connessi e iperconnessi

Qualche tempo fa ho letto un interessante libro “Il programma dell’ universo” di Seth Lloyd, dove l’intero universo viene presentato in termini di informazione e computazione tramite porte logiche (i nodi dove avvengono le interazioni) e connessioni, un utile assaggio di tutto quello che ho ritrovato negli appunti del prof. poi. Pensare a reti che si tessono in ambito informatico mi ha fatto sorgere comunque un dubbio: possibile che tutti i sistemi in questo paradigma siano uguali, ovvero nodi e connessioni che operano allo stesso modo e che sono formalmente uguali? Il grande sviluppo che si è creato in certi ambiti come nel caso degli open source, pensando a Wikipedia per fare un esempio, è in fondo dovuto alla collaborazione di altre reti già altamente organizzate, noi esseri umani, e non sorgono casualmente o per piccoli gradi come l’evoluzione che ha portato a noi, ma sono già mosse da una volontà, da una coscienza ed organizzate di conseguenza? Il loro sviluppo non è caotico perché dipende in fondo anche dall’organizzazione di base su cui si va a contribuire, quelle strategie già integrate adottate per far si che si mantenga un elevato grado di connessione fra le pagine, rendere rapide e facili le modifiche ed arginare vandalismi, anche se non c’è nulla di statico, ma pone già le premesse forse per uno sviluppo rapido. Questo mi ha fatto pensare a reti intelligenti, rispetto ad altre più precarie sottoposte alla combinazione casuale di eventi. Le prime si possono autocorreggere ed evolvere rapidamente grazie al nostro intervento, in questo senso le ho intese reti intelligenti e vive, ovvero lo possiamo immaginare solo se vi ci inseriamo pure noi in un sistema più amplio, che in fondo è l’interazione dei vari sottosistemi (noi e i supporti che costituiscono il web). Ma mi sono reso conto poi del vizio di fondo del ragionamento, dovuto forse alla difficoltà di passare ad una visione generale ed unificata delle cose con qualche cambio di paradigma e far cadere gli schemi in cui siamo abituati a ragionare e dicotomizzare le cose impoverendo la nostra visione della realtà. Effettivamente forse ai minimi termini sono tutte uguali le reti, cambia la forma, l’organizzazione di singoli sistemi non indipendenti ma più circoscritti dal resto. Perciò forse alcune sono migliori di altre e dove rientra la nostra mente che è un'altra rete altamente sofisticata l’esito non può che essere strepitoso. Alla fine non è poi più così sorprendente lo sviluppo del web se si pensa quanto molto di più interagiamo off line, e ora che si è partorito questo supporto queste stesse interazioni si stanno trasportando lì. La differenza tra off line e on line diventa essa stessa molto sottile credo se pensiamo effettivamente che quel mondo che ci pare astratto o in parte circoscritto dal resto, da noi individui, è effettivamente fisico e parte di tutta la realtà stessa concreta che ci circonda. Si può intendere lo stesso per una telefonata ad esempio. Volevo citarvi a proposito un libro a cui stavo pensando da un po’ e che mi pare molto pertinente: “La scienza delle reti” di Albert-Làszlò Barabàsi.

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