venerdì 1 maggio 2009

Valore del contesto e risorse bibliografiche

Partendo dall’articolo il valore del contesto e sulle risorse bibliografiche vengono in mente molte considerazioni profonde, viene quasi da perdersi e non sapere più da che parte farsi.
Innanzitutto la matematica è un linguaggio e viene considerato quello d’elezione della scienza per la sua limpidezza ed inequivocabilità, ma il suo valore sta dietro i simboli, nel significato che gli diamo e condividiamo, nel suo contesto di regole da cui dipende il valore di verità o meno.
La fisica utilizza così questo linguaggio per descrivere e comprendere la realtà che rappresenta, ha valore nel modo giusto o meno di farlo, in relazione a ciò che la realtà è di per sé.
Ma pure il linguaggio verbale allo stesso modo è una forma di comunicazione, è informazione (tutto ciò che esiste lo è di per sé, dipende da noi la capacità di estrarla, di poterla “leggere”. E’ stato sempre tacciato di inesattezza per la sua ambiguità questo, che tuttavia non è intrinseca dipende dal suo utilizzo. Può essere dal contesto in cui una parola si usa che se ne estrae un dato significato appunto. Penso che questa apparente imprecisione sia dovuta alla sua ricchezza e da quella della sua costruzione, è frutto di un sistema complesso, la nostra mente e la società perché nel parlare ci mettiamo in contatto con altre persone in un sistema crescente e queste ci influenzano a loro volta e viceversa, così nasce una conversazione seppure non sappiamo neppure noi cosa avvenga, come e perché dentro di noi. Secondo Noam Chomsky professore di linguistica del Massachussetts Institute of Technology il linguaggio verbale può essere altrettanto rigoroso di quello matematico. Il significato può essere veicolato in diverse forme più o meno idonee al contesto, questo è dato nella nostra mente dalla coscienza, una realtà concreta ma che ci permette il pensiero e il ragionamento come qualcosa di astratto e tramite esso possiamo indagare ricorsivamente con i mezzi idonei alla scoperta creati. Es: la biochimica nella quale è implicita la dimensione fisica più intima delle singole particelle organizzate nella chimica in funzioni (tipo sovrastrutture) alla fine in out put della mente, come un pensiero, un’ azione. E’ concreto tanto un ragionamento quanto quello quanto ciò che descrive? Ovvero come porsi poi di fronte ai problemi filosofici dell’idealismo, lo scetticismo, sulla libertà? Decisamente troppi per un post! Ma che non ritengo categorici. La scienza è costruita dal pensiero con operazioni logiche tramite il ragionamento, con cui possiamo scoprire (rendere visibile alla coscienza) ciò che è già contenuto nel contesto mettendo insieme informazioni, come lo svolgere un equazione o fare una diagnosi. La letteratura scientifica in questo senso ci fornisce informazioni, di conservarle e renderle accessibili tramite la condivisione delle risorse bibliografiche. Di qui l’importanza di sapervisi muovere in tutta la confusione che si crea.

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