venerdì 24 luglio 2009

Una scuola di vita

Questa estate non riuscirò sicuramente a tornare ormai i Albania, ci sono stato le ultime due estati con un progetto di sviluppo, a Berat.
Come ogni esperienza, sicuramente mi ha arricchito, ho conosciuto luoghi e bei paesaggi, oltre a periferie degradate, e persone che voglio salutare con questo post anche se non lo leggeranno, quello che più conta è che si è trattato di relazioni personali, vere, e non un conoscere mediato contaminato di giudizi e /o luoghi comuni.
Quello che ho visto è che certamente c'è ancora molto da fare, il concetto di ecologia non è minimamente contemplato, ma prima di questo magari ci sono problemi anche più immediati come la mafia, e l'istruzione. Ma l'impressione che lascia rivisitandola a distanza di un anno è l' ingente sforzo di migliorare, la ricerca del benessere occidentale (la cosa che più mi ha stupito la prima volta è l'uso ossessivo del cellulare come simulacro di tecnologia e benessere) dall' attrazione di capitali e la crescita del pil annua lo dimostra.


In fondo la cosa più giusta per paesi intrecciati come i nostri per sfondi storici e politiche economiche di sviluppo e di controllo dell' immigrazione, è delineare un percorso comune di solidarietà. Quello che mi spaventa sono le false politiche di lotta all' immigrazione fatte di allarmismi e populismi elettorali (vedi pacchetto sicurezza).


Mentre quello che questo progetto si proponeva concretamente di fare era di valorizzare il posto, permettere lo sviluppo, senza dover indurre nel miraggio del benessere dell' Europa.


Ogni progetto alla fine deve realizzarsi tramite le persone, ed una più intima relazione capillare tra queste certamente quando possibile la strategia migliore ed umana.

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